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capo quinto 77

del rinascimento, è il sepolcro del conte Giuseppe Barbaroux, di venerala memoria. Fu disegnato secondo i migliori esempli dal professore Tecco. Il busto del defunto e il bassorilievo rappresentante la Madonna degli Angioli furono lavorate con isquisito sentimento del vero e del bello dal valente scultore Carlo Canigia.4 Il lavoro di quadro e gli intagli vennero eseguiti con molta diligenza da Francesco Gussoni. Ed io mi sono trattenuto con amore su questo monumento, non solo per l’onor di chi vi giace, e per la maestria con cui ne furono riprodotti i sembianti, ma anche perchè è uno dei rari esempi che fra noi si vedano di quella schietta eleganza, che consla non del numero, ma della qualità, e della sobria ed armoniosa distribuzione degli ornati.

Fra pochi mesi vi sarà pure allogato il mausoleo che la materna pietà consacra alla memoria d’un raro e caro giovane, mio amico e collega, rapito anzi tempo alla patria, alle lettere, il marchese Felice di S. Tommaso, nobile ingegno e nobil cuore. Il monumento, opera egregia del professore Gaggini, rappresenta l’angelo della morte che al giovane tutto intento a’ suoi studi, pone una mano sulla spalla in atto di dir: vieni; e di mostrargli un’altra non marcescibii corona.

Fra gli alti intelletti, le cui spoglie già dormono nel Campo Santo, sono da citare il botanico Balbis, il naturalista Franco Andrea Bonelli, Giuseppe Grassi