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Infruttuose riuscirono tutte le ricerche da me fatte per trovare una pianta della città di Torino primachè fossero distrutti nel 1536 dai Francesi gli ampi suoi borghi, i quali formavano, al dir del Pingone, una seconda città.

La pianta più antica è pertanto quella che si trova unita a qualche esemplare della prima edizione dell’Augusta Taurinorum dello stesso autore. L’opera vide la luce nel 1577; ma la pianta era stata incisa cinque anni prima, come si vede in un rarissimo esemplare della biblioteca del Re, in cui si legge: Joan. Caracha inventor. Joannes Cri. inc. 1572.

Del pittor fiammingo Giovanni Caracha, stato lungo tempo agli stipendii del duca di Savoia, e morto in questa città, trovansi sufficienti notizie nel secondo volume della nostra Storia. Del Giovanni Cri., incisore in legno, non saprei indovinare il cognome abbreviato. Questa carta è quella che qui si riproduce al numero I.1

Il numero II riproduce la più bella e diligente, e la meglio intagliata delle carte che si pubblicarono in occasione dell’assedio del 1640, e comprende già gli ingrandimenti operati da Carlo Emmanuele i. Diverse carte, intagliate in rame, furono allora pubblicate tanto dai principisti, che dai Francesi e dagli Spagnuoli. L’una ha per titolo: Le dessein de la ville et citadelle, et siège de Turin avec les fortifications et batteries faites par le prince Thomas contre la citadelle. In questa carta si posero in evidenza le fortificazioni e le linee dell’assedio; la città è solamente indicata.

Un’altra carta, senza titolo, mostra la città e gran parte del territorio colle fortificazioni e le linee dell’assedio; ma la città è su scala piccola e meno esatta. Appiè della medesima si legge: Il capitano Agostino Pareutani delineò; Giovanni Paolo Bianchi scolpì.

Il Parentani era o figliuolo, o almeno attinente di quell’Antonino, pittore di Carlo Emmanuele i, di cui abbiam parlato nella Storia. L’Agostino era probabilmente ingegnere, e nel 1638 lo trovo adoperato dalla reggente Cristina come pittor di blasoni.2 Il Giovanni Paolo Bianchi, milanese, fu incisore di qualche nome, e si distinse intagliando varie invenzioni del Sarzana.

  1. Su questa caria par che formasse la sua don Gerolamo Righettino, veneto, canonico regolare lateranense. E lavoro a penna, morbido e diligente, fascialo da una specie di zodiaco, ornato della veduta d’altre città principali degli Stati del duca, cinto d’emblemi e di divise, dedicato a Carlo Emmanuele i, e si conserva ne’ R. Archivi di Corte.
  2. Conti delle Fabbriche e fortificazioni. Archivi camerali.