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74 libro primo


Entro alle nicchie allogano lapidi e monumenti quelli che non amano meglio di contrassegnarne la fossa medesima che racchiude il caro estinto. I bei monumenti ancor vi scarseggiano, ma sono da citarsi quelli d’Anna, marchesa di Monforte, del Bruneri, e quello della madre della rara attrice Carlotta Marehionni, del Bogliani.

Questo Campo Santo era stato dall’architetto Lombardi disegnato, secondo il pensiero del marchese di Barolo, col fine principalmente che ogni cadavero giacesse in fossa separata, e più non fossero come prima i corpi de’ non facoltosi accatastati nei pozzi comuni. Questo pietoso scopo è stato raggiunto.

Ma provveder si doveva anche alle classi agiate; non nell’interesse d’un’ambizione che affatto insana dee riputarsi, se non s’arresta almeno alla tomba, e sotto alla falce che piccoli e grandi miete insieme ed agguaglia; ma per servire all’affetto de’ superstiti ed alla gloria dell’arti, che poche altre occasioni avrebbero di spiegar il volo, se questa mancasse. A questo bisogno provvedeva la vigile cura della città di Torino, la quale nell’agosto del 1841 ordinava che, in ampliazione del Campo Santo, un’altr’area gli si aggiungesse, in cui le sepolture private fossero coperte, sicchè i monumenti da allogarvisi nulla avessero a temere dall’inclemenza d’un cielo che spesso obblia di essere italiano; e die commissione a Carlo Sada, architetto della Real Casa, di formarne