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capo ottavo | 743 |
Non voglio dire con ciò che Uosa non avesse tra le molte sue virtù anche gravi difetti troppo consueti all’umana fralezza; ma dopoché nel 1759 questa fanciulla vedendosi por divieto d’accettar nel ritiro la contessa Pensa, nata S. Martino, virtuosa dama in cui sperava trovar chi le succedesse, ne fece risentimento col cav. Ferraris, questi non volle più vederla, non rispose più alle sue lettere, perseverò in una biasimevole durezza, pose in dubbio se fosse vero spirito di Dio quello che in lei parlava, affermando che la pace e la dolcezza del cuore e la perseveranza ne erano, secondo S. Francesco di Sales, i contrassegni: quasichè lo spirito di Dio non si fosse nei più gran santi in diversi modi, secondo la diversa tempera degli individui, manifestato, e quasichè il bene procurato in diciassette anni da una povera fanciulla senza mezzi non rivelasse abbastanza qual era lo spirito che in lei operasse.
Ma qual fosse il cuore di Rosa Govona lo manifesterà la lettera che scrisse il 4 dicembre 1759 al cav. Ferraris, e che rimase, come le altre, senza risposta.
Eccola:
Viva Gesù e Maria.
Ilustrissimo,
« Ero di sentimento di non più ricorrere da veruno, ma siccome mi sento come soffocata, finalmente ho