francesi, che mutando un centinaio d’articoli, e un
altro centinaio aggiungendone, avrebbero potuto e dovuto
conservarsi nel 1814 e adattarsi ai nostri bisogni,
alle migliori condizioni della scienza idraulica in
Italia, ai maggiori progressi della civiltà; e quando
cominciando dalla parte che avrebbe veramente dovuto
precedere ad ogni altra, faceva approvar dal
re Vittorio Emmanuele la legge organica e le basi
di tutta la legislazione, che sarebbe stata pubblicala
sol che fosse stata ritardata di pochi giorni la rivoluzione
puerile ed imbelle del marzo 1821, seppure
può chiamarsi rivoluzione; e quando, presiedendo una
sezione del Consiglio di Stato, continuava a proclamare
i più giusti principii economici, alla luce dei
quali appena adesso si comincia ad aprir l’occhio;
e quando e come privato, e come Presidente dell’Accademia
delle scienze, e com’uomo pubblico, in
tutta l’operosissima sua vita, si faceva agli amici,
ai discepoli, ai giovani, che davano qualche indizio
di virtù, insegnatore, propagatore degli ottimi principii.
morali e politici, di pensieri generosi e liberali,
d’un santo ardor di giustizia, d’affetti caldi di
patrio amore, lontani da ogni grettezza, da ogni intolleranza,
da ogni spirito di setta, riputando tutte
perniciose le società segrete anche instiluite a fin
di bene, poichè in quanto a religione ogni slromento
di perfezione e di progresso trovasi nella
Chiesa cattolica romana; e in quanto a governo;
in niuno teneva potersi più facilmente conciliare la