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732 libro sesto

dice, prima d’andar a dormire. Riservatevene l’usufrutto finchè vivrete, ma fategliene donazione, affinchè si possa dire che la casa è sua. È una questione di parole che muta la sua condizione agli occhi del mondo. Il prete non seppe che dire, e fece quello che al Re piacque. Intanto S. M. conchiuse col Bogino il suo discorso in questo modo: So che voi lavorate molto, anzi troppo; badate a curar la salute, a darvi qualche ricreamento. Comprate una vigna sulla collina; andatevi a dormir la sera, tornate in città la mattina. Un po’ d’aria pura e il moto bastano a mantenervi in ben essere. Fate queste gite a cavallo. Il cavalcare giova grandemente alla sanità. Spenderete la tal somma in un cavallo. Tanto per fieno e biada. Tanto per fornimenti. Colla provvigione che avete potete farlo.3

Niun mercatante intendeva meglio l’economia e il prezzo delle cose che Vittorio Amedeo ii.

La profezia del Re s’avverò. Bogino fu ministro, ed ebbe gran parte in tutti i provvedimenti che onorarono il regno di Carlo Emmanuele iii, e massime in quelli mercè i quali la Sardegna fu tolta alle tenebre dell’ignoranza, e di spagnuola che era, restituita all’Italia.

Il conte Bogino beneficò anche dopo morte lo Stato, lasciando nel conte Prospero Balbo, suo figliuolo d’adozione, chi degnamente lo rappresentava. Imperocchè non meno altamente di Bogino egli