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718 libro sesto

all’altra estremità d’Italia. Il papa ordinò pertanto a monsignor Del Verme di restituirsi alla propria sede. Il duca di ciò informato, sentì ottimamente donde veniva il colpo, e ne scrisse al Santo Padre, onde gli fosse permesso di ritenere appresso di sé un consigliere di cui avea sperimentato non meno la fede, che la prudenza e la sagacità. Ma non potè ottener altro che dilazioni, spirate le quali, il vescovo che non avea ubbidito, fu punito colle censure ecclesiastiche.

Poco dopo monsignor Del Verme infermò, e venne a morte. Recato con magnifica pompa alla Madonna degli Angioli, vi fu tumulato avanti all’altare del Salvatore, e il duca gli eresse un nobile monumento, che fu levato qualche anno dopo, quando cessato il bollor degli animi, il nunzio potè far intendere la sconvenevolezza di quella perenne dimostrazione d’onore per un vescovo, morto in disgrazia della Santa Sede.6

A’ 28 luglio del 1639 fu sepolto innanzi all’altar di S. Diego monsù di Santena, cav. dell’ordine, e governatore di Torino.

Gian Giacomo della Barthe di Guascogna col figliuolo Francesco, il primo di 42 anni, il secondo d’anni 17, morirono combattendo presso Ivrea pel duca di Savoia nel 1641, ed ebbero in questa chiesa sepolcro e memoria del glorioso loro fine; fu ucciso nella medesima occasione, e qui fu similmente portato, il nobile Carlo di San Martino. Un distico latino