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capo sesto 717


Nel 1724 questo convento annoverava settantacinque religiosi. Molli insigni personaggi dormono in questa chiesa il sonno eterno.

Il primo che vi fu portato il 15 d’ottobre del 1637 fu monsignor Onofrio Del Verme, vescovo Ravalense e di Scalea; questo prelato era uomo d’ingegno molto acuto, di gran parentado, di gran pratica negli affari politici, e di grande attrattiva, per cui subito si conciliava le altrui inclinazioni. Vittorio Amedeo i, il cui Stato si trovava in difficili condizioni e che aveva avuto qualche corrispondenza con lui per causa del testamento del principe Filiberto Emmanuele di Savoia, lo avea fatto venir di Sicilia onde giovarsi de’ suoi consigli. Il commendatore Pasero, della cui nequizia si è già in altro luogo abbondantemente discorso, vedendo il vescovo Del Verme salito in gran favore, tocco da gelosia, studiò il mezzo di farlo partire.

Era accaduto in que’ dì a Roma che papa Urbano vin trovandosi assediato dall’importunità di alcuni vescovi spagnuoli, che chiedevano con pertinaci istanze ciò che non poteva o non volea concedere, avea, per liberarsene, richiamato con decreto di molto rigore all’osservanza della residenza i vescovi che abbandonavano la loro diocesi.

Pasero colse il destro, e denunciò al papa il vescovo Scalense che invece di pascere il gregge alle sue cure affidato, occupavasi in affari temporali