Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/718

714 libro sesto

fra i non riformati venne loro suscitando: mentre s’adoperavano ad ogni potere di vincer l’impresa, aveano stabilito un ospizio provvisorio nella casa che il senatore Blancardi, fratello del padre già nominato, tenea a pigione dai fratelli Alessandretti nella parrocchia di Sant’Agostino; colà venne a morte il 18 febbraio del 1623 in età d’anni quarantatre il venerabile fra Lorenzo, il quale solo nei due ultimi mesi di sua vita ebbe il conforto di veder superati gli ostacoli, e tracciato con fossi l’ambito che doveva occupare il convento nel sito comprato con danari dati in elemosina da Margarita di Roussillon di Chatelard, marchesa di Riva, per segno di gratitudine dell’essere stato D. Maurizio di Savoia, suo figliuolo, liberato dalla morte per intercessione di fra Lorenzo.

In tal occasione dovea piantarsi la croce con grande solennità. Il duca, i principi, le infanti doveano onorare di loro presenza la sacra funzione. Ma quel giorno mai non giungeva. Ora un impedimento ora un altro s’attraversavano al pio disegno. Accortosi il padre Blancardi che tutto ciò procedeva dalle arti de’ nemici della riforma, un bel dì, messosi la cotta e la stola, procedette egli stesso assistito da due de’ suoi padri a piantar la croce, e rimosse col suo fatto ogni difficoltà ed ogni indugio ulteriore (2 maggio 1625).

Abbandonato poi l’ospizio di casa Blancardi,