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capo sesto 713

1622 volendo Carlo Emmanuele i l’unità, non solo politica ma anche religiosa del suo Stato, fe’ istanza si creasse una nuova provincia composta unicamente de’ conventi posti ne’ paesi di suo dominio; il papa vi aderì, e la nuova provincia si chiamò di S. Tommaso. Ma non avendo monsignor nunzio Costa, a cui erasi commessa l’esecuzione del breve, assegnato contemporaneamente alcuni conventi ai Frati dell’osservanza riformati, ne seguirono richiami e contestazioni, e discordie, le quali penossi alquanto a risolvere.2

Il vero è che nello Stato di Piemonte non v’erano ancora riformati, sebbene vi fossero sudditi piemontesi riformati in conventi d’estero dominio, i quali, creata una provincia Piemontese, chiedeano d’esservi trasferiti. Carlo Emmanuele i, che nel suo viaggio al monte di Varallo avea ritrailo grande edificazione da questi frati della riforma, desiderava introdurli in Piemonte; il che essendo venuto a notizia de’ superiori dell’ordine, dier precetto al padre Giovanni Francesco Blancardi di Sospello, riformato della provincia di Genova che si trovava in Torino, ed avea dedicato a S. Altezza alcuni discorsi sul Santo Sudario, d’introdurre questa pratica. Il padre Blancardi ebbe per aiutatori il padre Filippo del Maro, ed il venerabile fra Lorenzo di Revello, del convento di Pavia.

Infiniti furono i contrasti che la gelosia di alcuni

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