Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/711


capo quinto 707

per altri dieci anni la sua esistenza; penosamente dico, perciocché sebbene egli conservasse sempre la stessa lucidità di mente, e che talvolta in qualche momento di calma egli potesse rimettersi allo studio, facendosi leggere le memorie radunate, mai non si riebbe a segno di poter riprendere i suoi lavori, e condurli a compimento. Fu Ornato uomo di vita illibatissima, e professava alta e sincerissima religione.

« Morì inopinatamente, compianto da’ molti antichi e nuovi amici, addì 29 ottobre 1842; e mentre alcuni mesi di miglioramento facevano sperare a’ poco veggenti ed a lui stesso una impossibile guarigione.

« Le opere sue giovanili sono: Molte poesie, alcune bernesche.— Saggio di poesie tratte in volgare dal greco (stampate in Torino 1817). — Una traduzione di Plauto, in versi (non compiuta, ma molto stimata dal conte Prospero Balbo). — Lavori preparatore, e saggio di un primo libro della Storia della lega Lombarda. — Molti lavori staccati di cose matematiche, tra gli altri Tavole sovra le probabilità, della vita, opera eseguita a richiesta della Civica Amministrazione di Torino.

« Le opere posteriori all’anno 1821 sono: Marco Aurelio Antonino lib. xii (i sei primi sono pronti per la stampa: agli altri sei desiderava aggiungere nuove correzioni). — Il Crizia di Platone, non terminato, e promesso dall’autore all’abate Claudio