professore e vice ispettore de’ paggi imperiali in
Torino, carica che gli fu procacciata dallo stesso M.
S. Provana, e ch’egli ritenne fino alla caduta di
Napoleone nel 1814. Allora il conte Prospero Balbo,
che singolarmente amava ed apprezzava Luigi Ornato,
lo nominò vice bibliotecario della Regia Accademia
delle Scienze, della quale egli era presidente,
persuaso, com’egli soleva dire, che i lavori intrapresi
dal giovine Luigi non penerebbero ad aprirgli
nell’Accademia istessa un posto maggiormente elevato.
Ma le vicende politiche dell’anno 1821 attraversarono
questi disegni. Luigi Ornalo, fattosi volontario
compagno d’esiglio del conte Santorre Santa
Rosa, portò, dopo molte peregrinazioni, il suo domicilio
in Parigi. Quivi, abbracciato con soverchia
alacrità lo studio della lingua greca e della filosofia
platonica, egli non tardò a provare le conseguenze
di uno studio eccessivo. Assalito da una malattia
d’occhi che i maestri dichiararono fotofobia, s’arrese
àgli impulsi del proprio cuore ed agli inviti
che da ogni parte riceveva di tornare in patria per
curarvi la propria salute. Tornò infatti nel 1832
recando seco molti lavori incominciati, e quasi tutti
stati interrotti dalla violenza del male: ma i progressi
di questo resero vani tutti gli sforzi dell’arte per
vincere quella ripugnanza della luce che gli occhi
suoi avevano fin dal primo insulto provala. Visse
nondimeno, o per dir meglio trascinò penosamente