Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/682

678 libro sesto

avea una iscrizione,3 che ho cercata invano ira sepolcri quasi lutti sconvolti o distrutti.

Ho trovato bensì fra i sepolcri dei banchieri Martini una tomba aperta, dentro alla quale si vede un cadavere momificato col braccio prosteso fuori della cassa; e confesso che mi è corso un brivido per le vene al solo sospetto che potesse esser quello uno dei non rari esempii d’un sepolto vivo. Perchè non si pone oggimai per regola invariabile di non seppellire i corpi umani finche non sieno sviluppati i primi sintomi sicuri della corruzione? Ma si predica al deserto. Nelle grandi città s’usa qualche cautela, sebbene spesso insufficiente. Nelle terre e ne’ villaggi i cadaveri non son visitati da niuna persona dell’arte; non si lasciano sopra la terra nemmeno ventiquattr’ore. Si continua a fare come si faceva quando si faceva male; come non si cessa di suonar le campane quando il fulmine guizza tra i nembi procellosi. E gracchino a loro posta le circolari delle pubbliche podestà. V’ha forse cosa più forte, e più tenace deli’ ignoranza?

Sotto al campanile è sepolta la serva di Dio Angela Caterina Lucia Bocchino, vedova Rayna, del terz’ordine di S. Francesco, nata il 9 gennaio 1737, morta in età di trentun anno, in concetto di santa.

Lucia perdette in tenera età quasi ad un tempo ambedue i genitori. Aveva uno di que’ sembianti di pura, dilicata, verginal bellezza, sotto ai quali i