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676 libro sesto

nel 1531; e vicino ad essi i Vagnoni ed i Cambiarli di Ruffia.

I lettori non hanno dimenticato che la strada, di cui parliamo, la quale conducea verso il sud a Porta Marmorea, verso il nord a Porta Palazzo, era dopo quella di Dora Grossa la principale di Torino.

La chiesa di San Tommaso, che s’incontra al principio della terza isola a sinistra, è chiesa parrocchiale antichissima, ufficiata da tre secoli circa dai frati Minori Osservanti.

II Duca e la Città li avean chiamati, come abbiam veduto (pag. 27), nel 1461, col pensiero di dismetter loro la chiesa ed il convento di San Solutore minore. Ma o non v’entrarono, o v’ebbero stanza assai corta; nel 1469 già aveano chiesa e convento nel borgo di Dora presso ai molini della città. La chiesa era dedicata alla Madonna degli Angioli. Distrutta la medesima nel 1536, furono trasferiti in città, e sei anni dopo il comune deliberò di commetter loro la chiesa parrocchiale di San Tommaso, della quale nondimeno non ebbero il possesso fuorchè in agosto del 1576, in seguito a rinunzia di Guglielmo Novarroto che n’era rettore.1

Era chiesa di gran divozione, e nel 1584 contava più di duemila parrocchiani. Slava allora sul demolirsi, e già si scavavano i fondamenti d’una chiesa più ampia. Carlo Emmanuel i ne collocò la prima pietra il 19 di giugno di quell’anno medesimo.2