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capo secondo | 671 |
qualunque l’osse il risultamento de’ libri del Capponi, egli sapea di certo di non essere creditore di somma alcuna. Il Capponi s’adirò, quasi fosse rivocata in dubbio la regolarità de’ suoi registri; l’avversario non cedeva; i sangui s’accesero, vi furono torte parole, e per poco non si venne ai fatti; ostinandosi il Capponi a voler pagare cento ducatoni, ostinandosi l’altro a non volerli ricevere. S’interpose un consiglio di pace. Spendesse il Capponi i cento ducatoni a far dipingere il quadro del crocifisso. Fu approvalo il pensiero, e subito se ne diede la commissione.
A’ 7 d’aprile del 1668 la compagnia portò un voto d’argento alla Madonna d’Avigliana per la salute del principe di Piemonte (Vittorio Amedeo ii).
Dieci anni dopo die principio a nuova ricostruzione della chiesa sui disegni del conte di Castel lamonte, e con larghi sussidii dell’arcivescovo Michele Beggiamo e del barone Adalberto Pallavicino, suo priore, il quale fe’ eseguire a proprie spese tutte le opere di stucchi; Negroni, Martino e Boschetti, confratelli, pigliarono a costrurre ed ornare tre delle quattro cappelle, di cui ebbero il patronato.
Nel 1684 la confraternita del Nome di Gesù cominciò (e in questa città fu forse la prima) a celebrare il solenne oltavario pei morti. Nel 1699, in seguito alla nascila del primogenito lungamente aspettato di Vittorio Amedeo ii, si recò a Vercelli ad offerire al beato Amedeo un voto d’un bambino d’argento.