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420 | libro sesto |
destra di Dora Grossa, di piazza Castello, e della via di Po.
Le quattro prime brevissime, che mettono sui viali della Cittadella, non hanno, ch’io sappia, memoria degna d’essere conservata, avendo già parlato del deposito di S. Paolo. Lo stesso dirò della quinta, che riesce alla Misericordia.
Nella sesta, che chiamasi via di S. Dalmazzo, altro non v’ha di notabile che il palazzo de’ conti di Vallesa. Nella settima (via degli Stampatori) ricorderemo l’antico palazzo de’ conti di Verrua, ora dei conti S. Martino della Motta. Nell’ottava (via del Fieno), di fronte al fianco del palazzo dei conti di Cigliò, è quello che fu de’ marchesi S. Martino della Motta, architettura del barone Valperga.
A maggiori particolarità ci chiama la via di S. Francesco, che prima del 1720 chiamavasi via dello Studio. Abbiamo già parlato della chiesa di San Rocco, la quale prima qui s’incontra a sinistra. Abbiam accennato similmente come la casa che la fronteggia e il vicolo che varcato il portone si inoltra inver ponente fosser la sede della Università di Torino prima del 1720. In principio della seconda isola troviam la chiesa ed il convento dei Francescani.
Vuoisi che da S. Francesco medesimo, o almeno da uno de’ suoi compagni o discepoli, tragga origine la chiesa de’ Frati minori di Torino, di cui s’hanno