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638 | libro quinto |
Corpo Reale d’Artiglieria. Fu proseguita ai tempi di Vittorio Amedeo iii e di Carlo Felice. Manca tuttavia la porta di cui abbiam veduto un bel progetto di S. A. R. Ferdinando, duca di Genova.
A’ tempi di Vittorio Amedeo iii il conte di Borgaro ha fatto formare una magnifica sala d’armi antiche, e in disuso, pittorescamente aggruppate, secondo i disegni di Bernardino Galliari.
L’Arsenale è uno di quegli edilìzi la cui minuta descrizione ricercherebbe un libro intiero, e però noi staremo contenti allo averne accennato l’origine, ed al ricordare il laboratorio chimico metallurgico fondato nel 1757 dal cavaliere Nicolis di Robilant, ed il monumento di bronzo, fuso dal Conterio, statovi non son molti anni eretto in onore di Pietro Micca.1
Nell’isola che sta di fronte all’Arsenale è l’arcivescovado, che fu già casa de’ preti della Missione, e venne nel 1776 dal re Vittorio Amedeo iii ceduto agli arcivescovi pro tempore. Abbiamo già notato siccome dopoché Emmanuele Filiberto occupò il palazzo degli arcivescovi, questi non aveano avuta più sede fissa.
Monsignor di Rorà, al tempo del quale si fe’ detta cessione, abitava nel palazzo dei conti Perrone, e primo a pigliare stanza nella casa della Missione fu monsignor Costa d’Arignano, poi cardinale.2
Sul fine della seconda isola sono il monastero e la chiesa della Visitazione. Il monastero fu fondato