farebbe per la conquista d’un regno; a cui nulla
giova richiedere qual alta mercè temporale può compensare
que’ prodi religiosi degli stenti durati, della
sanità logorata, de’ mondani diletti posti in disparte,
degli onori ricusali, se non fosse un premio di consolata
coscienza pel bene operato, una speranza di
maggior premio avvenire; d’un premio che li giunga
a quel punto in cui l’anima libera e abbandonata a
se stessa comincia a comprendere il gran mistero
dell’essere, a sciorre il nodo del dramma in cui
attrice involontaria ha concorso a sostener una parte.
Nulla persuade cotestoro, che indulgentissimi per
sé, sono rigidissimi nel giudicare i ministri del santuario;
e da un che manchi precipitano il giudizio a
crederli tutti colpevoli; e ora vorrebbono (cosa impossibile)
che il clero nulla ritraesse del popolo; e
che indossando l’abito religioso, tutta spogliasse
l’umana fralezza; ora si lagnano che non abbiano
i religiosi viscere di cittadino; ora si dolgono di non
trovarli agevoli; ora di trascuratezza li riprendono
e di lassa morale, e se un vizio azzeccano in uno,
non badano che quel vizio sia compensato da molte
virtù, ma in tutto malvagio lo giudicano ed impostore.
Pochi, ben si sa, sono perfetti. Molti sono
assai men che perfetti. Ma li troverete grandemente
virtuosi, o rigidi Catoni, quando posta giù ogni
passione, e considerandone bene addentro i portamenti,
scendiate a paragonarli co’ vostri.