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608 | libro quinto |
e di finire. Che importa che vi vogliano due o più generazioni? Gli individui si rinnovano, ma la società rimane; la catena degli esseri non s’interrompe. L’opera, dirò così, mondiale continua, e continuerà sino alla consumazione di quel gran fatte, composto di una serie inenarrabile di fatti e d’accidenti, che Dio ha prestabilito, a cui ciascuno, volente o non volente, ed insciente coopera; a cui i buoni soltanto cooperano regolarmente ed utilmente nel senso dell’ordine, che è la sola forse che Dio ci abbia rivelata delle leggi arcane, con cui l’adorabile sua provvidenza governa questa gran macchina dell’universo.
Ma torniamo ai Filippini.
Nel 1714 progrediva lentamente e maestosamente la fabbrica della chiesa. Era voltata la cupola, lastricato di marmi il Sancta Sanctorum. La fama di santità che risplendeva sul sepolcro di Sebastiano Valfrè (morto in gennaio del 1710), apriva lutti i cuori alla beneficenza, quando, alle ore tredici italiane del 26 d’ottobre, dopo quindici giorni di pioggia, la gran cupola cadendo rovinò tutta la fabbrica, sicchè non rimasero intatte che le mura del presbitero.
Adorarono i preti dell’Oratorio la volontà divina che li colpiva così crudelmente; ma confidando in essa, s’accinsero incontanente a riparare tanta rovina; ed avuto un nuovo disegno da don Filippo