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606 | libro quinto |
il predecessore. Onde si potè finalmente conchiuclere il negozio nel 1667.3
Era la chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio molto ristretta e negletta. Neppure un momento indugiarono i Filippini a cominciare lavori d’ampliazione, e li spinsero con tale alacrità, che nella settimana santa del 1668 poterono cominciarvi i divini uffizi. Nella quale occasione il padre Valfrè volle di pien giorno portare, coll’aiuto d’alcuni novizi, sopra le proprie spalle il quadro di S. Filippo dal borgo di Po alla chiesa di Sant’Eusebio.
Ma non era questa ancor la mansione in cui Dio voleva collocare i Filippini di Torino. In giugno del 1675 venne a morte in età ancor verde Carlo Emmanuele ii, e volle in quel punto l’assistenza dei padri Valfrè ed Ormea. Ad essi legò verbalmente un sito di due giornate nel nuovo ingrandimento di Torino, per costrurvi la chiesa, la casa e Toràtorio, il qual dono fu, poco dopo la morte del principe, ridotto in forma legale dalla vedova reggente Madama Maria Giovanna Battista. A’ 17 settembre dell’anno medesimo, cento anni appunto dacché S. Filippo aveva incominciato la sua chiesa della Vallicella, ne fu posta dalla medesima principessa la prima pietra con questa iscrizione: