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capo quarto 603


Avuta notizia del pio disegno del padre Defera, il Cambiari, di musico vanarello che era stato fin allora, si cambiò in uomo apostolico, e volle rendersegli compagno in una fondazione che cominciavasi senza danari, senza operai, senza umani soccorsi. Questi due padri furono le pietre angolari dell’Oratorio torinese. A predicare e confessare era solo il padre Defera. Il Cambiani orava, facea letture spirituali, diceva corone, cantava laudi e mottetti con una soavità di paradiso, parava e nettava la chiesa, andava per le strade cercando scioperati e fanciulli, e conducevali ai divoti esercizi dell’Oratorio.

Grande fu la frequenza, non del popolo solamente, ma di persone di condizion rilevata, agli esercizi dell’incipiente Oratorio torinese. Inestimabili perciò furono le fatiche del padre Defera, su cui ne ricadeva tutto quasi il peso; ed egli soccombendovi l’ 11 di settembre del 1650, in età di trentaquattr’anni rendette lo spirito a Dio. I sei convittori che seco avea raccolto l’illustre fondatore, vedutolo morire, e sapendo che il padre Cambiani non avea dottrina sufficiente per predicare e confessare, si dispersero, giudicando che quell’instituto non potesse più mantenersi. In grandi angustie d’animo, in sommi travagli di spirito si trovò il padre Cambiani, ma non disperò; e nell’anno seguente Dio ne premiò la fede e la perseveranza, poichè nel 1651 entrarono a comporre la congregazione Sebastiano Valfrè, allora