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592 libro quinto


I Carmelitani fanno, come si è detto, risalir l’origine del loro inslituto ai profeti Elia ed Eliseo che chiamano padri loro, il che, come debba sanamente intendersi, ed in quali confini possa essere verosimile, si è già per noi accennalo. Frattanto soggiungeremo che sulla cima del monte Carmelo, presso alla spelonca del profeta Elia eravi un antico convento di Carmelitani che fu distrutto dai Saracini verso il cadere del secolo xiii. Rifabbricarono quei religiosi un altro convento sulla costa del monte sopra ad una meschita chiamata Keder. Nel 1767 i Carmelitani Scalzi che la tenevano, v’ammettevano leggermente giovinotti europei che di là osservavano le donne turche mentre recavansi alla moschea. Giovanni Battista di Sant’Alessio, laico piemontese, si pensò di trar partito dal malcontento che avea desiato ne’ Turchi l’imprudenza de’ suoi frati per farsi dare non solo facoltà, ma precetto di trasferire il convento in altro sito, e precisamente dov’erano le rovine dell’antico presso alla grolla del profeta Elia. N’ebbe gli opportuni decreti da Daer el Omar principe di Galilea, governatore di S. Giovanni d’Acri, e del muftì Assan, figliuolo d’Assan.

E infervorati i fedeli de’ dintorni alla riedificazione del convento col racconto di una sua visione, o sogno (che non bene la definiva egli stesso), ed avuti ampi sussidii da Abramo Saback, cattolico, ministro principal d’esso principe, dopo d’aver