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584 | libro quinto |
celante un meccanismo di venali interessi, d’occulti guadagni.
Il più chiaro, per santità di vita, tra questi Carmelitani Scalzi che allora fiorirono, fu il padre Giovanni della Croce, di cui non so il nome di famiglia. Nato in Bordeaux, era professo della provincia di Parigi. Nel 1624 venne in aiuto del nascente convento di Torino, e sebbene forestiero, piacque mollo ed ebbe varii uffici in convento e fuori. Fu confessore di Maria di Borbone, moglie del principe Tommaso. Essendosi poi la medesima ritirata a Parigi, ebbe il medesimo ufficio presso Madama Reale Cristina. Rotta la guerra con Francia erasi mandato fuori un bando severo che tutti i Francesi dovessero sgombrare. Cristina, non volendo privarsi d’un direttore spirituale di tanto merito, lo fe’ rimanere e lo ricevea segretissimamente. Una volta mentre il padre Giovanni della Croce era in camera colla principessa, venne alla medesima l’avviso che il duca suo marito si recava in quel punto a trovarla. Non trovò ella migliore spediente per salvare il confessore che di farlo calare dentro ad un cesto dal castello. Vittorio Amedeo lo riseppe, e dolutosi dolcemente colla moglie e col padre della poca fede che aveano avuta in lui, die al padre Giovanni piena sicurtà dello stare.
Una volta la principessa dolevasi d’un grave disgusto datole dal padre Monod e protestava di non