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libro quinto, capo terzo 579

San Martiniano si ricoverassero le Convertite fin dal cadere del secolo xvi. Nel 1584, accenna monsignor Peruzzi nella sua visita, che era già edificata per loro uso una chiesetta di Santa Maria Maddalena, e che si fabbricava una casa a forma di monastero. Superiora delle Convertite, le quali non aveano ancora regola certa, era Maddalena Borromea Ferrera. Ma come spesso interviene, e per ben tre volte si vide accadere a Torino, il rifugio delle Convertite si mutò in monastero. Si posero in clausura ed abbracciarono la regola di Sant’Agostino (1647) sotto l’immediata protezione di Roma.1 Essendo poi cresciute di numero, sì che mal agiate si trovavano d’abitazione e non aveano d’attorno spazio ad ampliar l’edifìcio, murarono un nuovo monastero nell’ingrandimento della citta al meriggio della piazza Carlina. Madama Reale Maria Giovanna Battista ne pose la prima pietra nella state del 1677.2 Qualche anno dopo vi si trasferirono.

Nel 1599, vivendo ancora S. Camillo de’ Lellis, ed essendo il Piemonte travagliato da fiero contagio, Carlo Emmanuele i avea domandato a Clemente viii otto frati della Buona Morte per sussidio spirituale de’ suoi sudditi. Mentre il santo medesimo si allestiva alla partenza, il cessar del contagio e la guerra con Francia ne fecero rivocar la domanda. Passarono molti e molti anni primachè i frati della Buona Morte s’accingessero a piantar casa a Torino. Nel