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570 libro quinto

regalo di viveri, ed egli donò al principe ed alla corte un gran numero di corone e medaglie divote.3

Passati i Carmelitani nel 1729 al nuovo convento, verso porta Susina, ia chiesa squallida, rovinosa, spogliata d’ogni suppellettile, fu commessa al teologo Gian Andrea Picco di Coazze, che I’ avea vinta al concorso, e ne pigliò possesso in giugno del 1731. Questo curato, svegliando in cuore de’ suoi parrocchiani gli slimoli di devozione e di zelo per la casa di Dio, raccolse copiose limosine, e potè nel 1751 rifabbricar la chiesa secondo un vago disegno dell’architetto Bernardo Vittone.

La tavola dell’Assunta all’altar maggiore è di Pietro Gualla da Casal Monferrato, il quale essendo ragionevole pittor di ritratti, passò con un ardire assai maggior delle forze ad imprese più grandi. Gli angioli ed i puttini che si vedono attorno a questo quadro sono d’Ignazio Perrucca.

Si venera in questa chiesa una imagine della Madonna delle Grazie, una delle tante che si vogliono dipinte da S. Luca, la quale fu portata da Napoli nel 1550 da Gaspare Capris, vescovo d’Asti, ed oratore di Carlo ni, duca di Savoia, a papa Pio iv.4

Furono sepolti in questa chiesa molti uomini distinti delle famiglie Roero, Losa, Capris, Sandigliano, Provana, Pastoris, Ripa, Ternengo, Trabucco, Piscina.

Nel 1656 vi fu deposto Maurizio Filippa, conte