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capo terzo 535


Ma la gigantesca ampliazione di Torino, e il moltiplicarsi delle varie cause da noi sovra accennate, aumentò senza fine il numero degli accattoni. Omai lo Spedale più non bastava. Ma Torino, in materia di beneficenza, è la città de’ miracoli. Il re ne presentì e ne infervorò il vigoroso impulso, e, date con patenti del 29 novembre 1856 utili norme a’ nuovi stabilimenti, vide, e qui e nelle provincie, per effetto di carità privata, crearsi Ricoveri di mendicità, e fiorire. L’ampio Ricovero torinese, frutto di pia e savia beneficenza, è nel borgo di Po, in sulla via che mette alla Madonna del Pilone.

L’edifìzio dello Spedale di Carità è vasto, e notabilissimo. La chiesa fu restaurata sui disegni del conte Dellala di Beinasco, che v’aggiunse la facciata. Il soffitto d’essa chiesa era stato dipinto dal cavaliere Daniele Seyter.

Unito a questo Spedale è quello delle malattie incurabili ed appiccaticcie, e specialmente de’ sifilitici, fondato nel 1734 dal banchiere Ludovico Boggetto, che in molti altri modi esercitò la sua carità, legando a varie parrocchie annui soccorsi pei poveri.

Seguitando il nostro cammino lungo la via di Po, troviamo nell’ultima isola a sinistra la chiesa della Annunziata. Nell’anno 1580 molti confratelli della compagnia del Santo nome di Gesù, abitanti lungo il Po, non avendo comodità di recarsi alle radunanze