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534 libro quarto

destinate dal re, dalla regina e da Madama Reale.12 Il numero dei ricoverati nello Spedale di Carità è d’oltre a 3,500; poichè col volger d’un secolo moltiplicaronsi co’ bisogni anche i benefattori, dei quali fanno memoria, e gli stemmi, e i busti, e le iscrizioni che nobilitano il vasto edifìzio. Negli ultimi anni dell’Impero francese lo Spedale di Carità era minacciato di soppressione, quando accorse a salvarlo uno di quei cuori che Dio crea per pubblico benefìzio, il conte Adami di Bergolo, il quale ne pigliò sopra di se tutta la cura, e quella numerosa famiglia tenne in conto di propria, e molte industrie v’introdusse, molte ne migliorò, e fra gli altri studi, quello vi recò della musica; e in ogni tempo, e sino al termine della sua mortai carriera, anche dappoichè racquistatasi per noi l’indipendenza nazionale, più non mancava allo Spedale di Carità efficacia di protezione, il conte Giuseppe Adami perseverò a promuovere con ogni cura gli interessi morali e fisici dei ricoverati con tale abbondanza d’affetto, che ora, dopo molti anni che riposa nella quiete del Campo Santo, se vedi un tumulo cui faccian corona le figlie dello Spedale inginocchiate, una delle quali spazzi la polvere che ricopre la pietra del sepolcro, l’altra su vi deponga una modesta corona, la terza s’inchini a baciarla, mormorando sommessamente il dolce nome di padre, puoi conoscere da ciò che quello è il sepolcro di Giuseppe Adami.