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capo terzo | 533 |
infiammò la carità de’ cittadini, predicando nel duomo in francese, in Sta Croce, all’Annunziata, alla Misericordia, ai Ss. Martiri in italiano, affinchè tutti concorressero alla santa impresa di sbandir la mendicità, con mantenere i poveri nello Spedale di Carità, ed instituire in ogni terra de’ Regii Stati una congregazione di carità che avesse cura de’ poveri.
Anche allora vi furono contrasti che mai non mancano ad ogni opera buona.11 Anche allora si dipinse il Guevara come un uomo che, volendo farsi un nome, privava dei consueti sussidii de’ fedeli tutti gli altri instituti per arricchirne il suo spedale; anche allora, confondendo i poveri coi mendicanti, si disse che lo sbandirli era contrario al Vangelo. Il Guevara dovette scrivere lettere di giustificazione al generale intorno ad un’opera, sulla quale avea meditato e lavorato quarant’anni. Ma che cosa sono queste voci invide, o sciocche, o maligne innanzi al buon senso pubblico, il quale può essere momentaneamente offuscato, ma non traviato lungamente? Fiato di vento che or vieni quinci ed or vien quindi, pronto a soffiare, secondo la passione, anche da due lati opposti ad un tempo.
Addì 7 d’aprile 1717 i questuanti furono tutti raccolti, in numero d’ottocento e più; e dopo una procession generale, seduti a lieto banchetto in piazza Castello, vennero serviti dai paggi di corte e dalle figlie d’onore, non che da cavalieri e dame