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530 | libro quarto |
dal 1583 dichiarava di voler fondare uno spedale sotto al titolo dell’Annunziata pel ricovero dei mendicanti; ma perchè sopravvennero di poi casi di guerra e pestilenze che intorbidarono quel pio disegno, non potè il medesimo avere esecuzione fino all’anno 1628. Frattanto non mancò il principe ad istanza della città di provvedere a raffrenar la turba de’ mendicanti che invadeva le chiese e disturbava i divini uffici; sicchè fu mestieri di cacciarli a gran colpi di frusta, e con minacce di più severo gastigo.
Ma nell’anno 1628 si provvide di rimedio più opportuno. Il duca eresse lo Spedale della Carità, lo unì con quello dell’ordine de’ Ss. Maurizio e Lazzaro, e lo collocò nello spedai di S. Lazzaro al di là della Dora. Comandò poi a tutti i mendicanti di radunarsi il 2 d’aprile, quarta domenica di quaresima, innanzi al duomo, ond’essere a quello spedale accompagnati. Predicava allora nel duomo la parola di Dio un insigne oratore gesuita, il padre Luigi Albrici; ed egli, pigliato dal Vangelo il testo appropriato, orò con tanta facondia, che infiammò tutto il popolo a quella pia opera; onde terminati i divini ufficii, incamminossi il clero e il popolo col duca e co’principi suoi figliuoli, e condusse processionalmente que’ mendichi a S. Lazzaro, dove i veri poveri recavansi con aria allegra, fatti sicuri ornai di campar la vita, i mendicanti di professione, col volto ingrugnato d’uomini