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capo secondo | 511 |
25 di gennaio del 1668, d’anni quarantotto, di sì sublimi perfezioni die’ prova ed esempio, che ben si conobbe a qual alta scuola era stata ammaestrata, e come nel puro ed amante suo cuore mai non avesse allignato altro affetto che quello del crocifìsso Gesù. Morì con molta opinione di santità, e nella sua vita stampata narransi parecchi felici sperimenti del potere delle sue intercessioni.
Ebbe suor Anna Maria una sorella chiamata donna Giulia, le cui virtù rilussero nell’austerissimo ordine delle madri Cappuccine in questa stessa città.9
In fama salì nel monastero di Sta Cristina un’altra pia religiosa, la venerabile suor Maria degli Angioli. Chiamossi nel secolo Marianna, e fu figliuola del conte Gian Donato Fontanella di Santena, e di Maria Tana. Di sei sorelle ch’ella ebbe, cinque furono religiose.
Marianna, dotata fin dalla sua tenera età d’un gran fervore di spirito, superati felicemente tutti gli inciampi che le suscitava la bellezza di sua persona, l’altezza dell’ingegno, la perfezion de’ costumi, la tenerezza de’ genitori, pigliò l’abitò delle Carmelitane scalze il 19 di novembre del 1676. Quanto risplendesse poscia la luce de’ suoi santi esempi in quel monastero, come fosse avida di croci, quanto umile, quanto paziente, quanto pronta e lieta, anzi beata nell’esercizio della carità, sarebbe lunga istoria a narrarlo, e sarebbe altronde un ripetere ciò che si