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504 | libro quarto |
a quei frati, ristorò d’altrettanti beni la religione Mauriziana.2
Primo superiore ne fu il venerabile fra Giuliano Gallo di Sta Maria di Murazzano, che morì poi vittima dell’apostolico ministero con immensa carità esercitato nel gran contagio del 1630.
Nel 1619 Carlo Emmanuele, scelto un sito acconcio nel perimetro della città nuova, e in capo alla gran piazza Reale che aveva in animo di costrurre, spinto eziandio da divozione alla memoria di S. Carlo Borromeo, ch’egli avea conosciuto di persona, pose la prima pietra della chiesa che intitolò a questo santo, deputando ad ufiiziarla gli Agostiniani scalzi del Parco. La chiesa era già in parte costrutta, e già cominciavasi ad uffiziare nel 1620, poichè abbiam veduto che in giugno di quell’anno vi fu depositato il femore di S. Rocco portato da Mompellieri; e abbondando i soccorsi del duca, poco lardò ad essere condotta a compimento.
La liberalità del re Carlo Alberto, della regina Maria Cristina, della Città di Torino e di varii privati, v’aggiunse in questi ultimi anni la facciala di granito roseo, notabile anche per un bassorilievo del Buti, che rappresenta il Santo Cardinale nell’atto di dar la comunione al duca Emmanuele Filiberto (1578).
Nella prima cappella a destra la tavola col Crocilìsso, Maria Vergine e S. Giovanni ò di Michelangelo