Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/501


capo primo 497

innanzi al palazzo del barone di Carde, non lunge dalla chiesa delle Carmelite, uscì dai portici, ove era stato assai tempo baloccando, un altro giovinotto, e accostatosi alla lettiga, invitò chi v’era portato ad uscire. Così fece. Dopo brevi parole poser mano alle spade. Fatti pochi colpi, l’aggressore punse l’avversario sotto la mammella destra con tanta forza, che il ferro uscì dall’opposto lato. Ritrattolo fuggì. Uno degli spettatori alzò da terra il ferito; e lo sostenne; ma fatti appena due passi lo vide mutarsi in viso, tremare e morire.

L’ucciso in quel feroce duello era Francesco Gerolamo Ternengo conte di Mussano, genero del presidente Truchi. Il provocatore ed omicida, il cavaliere Vittorio Bernardino Scaglia de’ conti di Verrua, il quale, a’ 28 d’aprile di quell’anno medesimo fu giudicato in contumacia a perder la testa.

Uno dei più bei palagi da cui la piazza San Carlo venga nobilitata, è quello del marchese Solaro Del Borgo, già proprio de’ marchesi di Caraglio, e che ora appartiene all’Accademia Filarmonica. L’interno del medesimo fu rifabbricato sui disegni del conte Alfieri, e riluce d’uno splendor principesco. Ivi furono nell’aprile del 1771 date dall’ambasciador di Francia le feste pel matrimonio di Madama Giuseppina di Savoia, sposa del conte di Provenza; infelice principessa destinata a vedere le prime scene crudeli della rivoluzione francese, ed a portar nell’esilio

Vol. II 63