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capo primo 487

conceputo nel cuore questo pensiero che mi gettai da letto colla faccia a terra chiedendo misericordia e feci proponimento di portarmi colf aiuto di Dio il giorno seguente a’ piedi d’un confessore. Sul far del giorno mi levai avendo passato il rimanente della notte non solamente in riposo, ma in grande tranquillità. Da quel tempo in poi ho avuto giusto titolo di stimar piccola in paragone di quella che ha fatto a me la misericordia, che Gesù Cristo fece al buon ladrone poichè nessuno mai la meritò meno di me. Voi già sapete quello che poi ri è seguito e come Dio ha sottratta la mia fiacchezza dal pericolo delle occasioni... V’aggiungo di più che non ostante tutto il mio demerito e le miserie mie che mi rendono indegno di nominare il suo santo nome tuttavia egli adempie in me quel che disse nel suo vangelo che il suo giogo è dolce e il suo peso leggiero; perchè v’assicuro che non ho mai goduto un riposo e una pace così tranquilla in verun tempo della vita mia] e con ogni sincerità vi dico che noi aspettiamo la morte con tanta allegrezza che il mondo non la può dare nè la sa comprendere.

Il conte di Santena dopo d’aver mutato vita era andato a visitare la famosa badia della Trappa, riformata con tutto il più aspro rigore delle primitive osservanze dall’abate Armando di Rancè. In quel monastero posto in luogo lontano da ogni abitazione nel seno d’una gran valle, ricinto e quasi steccato