Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capo settimo | 473 |
ora terminata a levante dalla galleria del castello, e dal muro della città che trovavasi verso la meta del corpo dello stesso castello tra l’una e l’altra torre. A’ mezzodì era chiusa, come si è detto, da un lungo isolato. Cominciò allora Carlo Emmanuele i ad aggiungere, come abbiam veduto, dieci isolati al meriggio sulla linea della chiesa di San Carlo, e per dare diretta comunicazione dal suo palazzo alla città nuova, aprì la via che si chiamò Nuova (1615). Qualche anno dopo (1619), aperse un’altra strada che dal palazzo di città sboccasse in faccia alla galleria del castello (via de’ Panierai). Quando poi Maria Cristina e Carlo Emmanuele ii ebbero il vasto concetto di comprendere il borgo di Po nella città, allora si raddoppiò verso levante su disegno uniforme, la piazza Castello, quale vedeasi verso ponente; il castello divenne centro della piazza, e la porta della città si trasferì, come si è già dichiarato, in fine della stupenda via di Po, ricostrutta anch’essa con architettura uniforme del Bertola.
Abbiam veduto che serviva di teatro alla corte il salone del castello. Un altro teatro era nel palazzo vecchio. Quando s’ampliò la città a levante, Carlo Emmanuele ii fece costrurre il teatro delle feste vicino al silo,16 ove sorse più tardi il gran teatro architettato dal conte Benedetto Alfieri.
Il novello Regio teatro fu costrutto negli anni 1738, 1739, in sito attiguo al teatro antico; e la società
Vol. II | 60 |