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464 libro terzo

nobil desio di provarsi con esso; onde toltane solennemente l’impresa non mise tempo in mezzo, ma venne in Savoia a ricercar il suo famoso avversario che gli piacesse di battersi con lui a pie ed a cavallo secondo i capitoli che egli avea formati, e di levargli l’insegna che portava per questo fine. Era quest’insegna, chiamata anche emprise, un pubblico riconoscimento che si portava d’una promessa o d’un voto solenne, la quale non potea deporsi finchè la promessa fosse adempiuta. Il Compeys chiedette al duca facoltà d’accettare la sfida, e l’ebbe, onde i due cavalieri furono d’accordo di far quelle prove innanzi al duca e di rimettersi al suo giudizio.

Prima un’infermità e poi gli affari di stato impedirono il duca d’occuparsi di quella impresa. E l’errante cavaliere ebbe la costanza d’aspettare fino al 12 dicembre del 1449, giorno a cui fu finalmente assegnata la prova, e nel quale innanzi al castello di Torino, alzale le barriere e sedendo il duca in trono (nous tenans sièges de prime ès lices pour ce faistes en la place deuant nostre chastel de Turin) cominciò la battaglia. Durò assai tempo in quel giorno, e poi si rinnovò ne’ giorni seguenti, a pie ed a cavallo. Non si sa chi riportasse il vantaggio, imperocchè il duca nelle lettere patenti che ne spedì dichiarò que iceux chevaliers premierement