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capo sesto 449


Fin dall’ottobre del 1607 era stato ritenuto ai servigi del duca in qualità di segretario il genovese Gaspare Murtola, uomo di molte lettere, venuto al seguito di Pietro Francesco Costa, vescovo di Savona, nunzio apostolico. Verseggiava egli pure, e si studiava secondo le forze di onorare sì generoso signore, sia nella Creazione della Perla, scritta per le nozze dell’infanta donna Margarita di Savoia col duca di Mantova, sia nel poema della Creazione del Mondo, più notabile per la maestà del concetto che per la bellezza dell’esecuzione. Imperocché se niuno per la facoltà poetica poteva in quel secolo paragonarsi col Marini, moltissimi all’incontro d’assai minor fama, superavano facilmente il segretario genovese. Sorta tra il Murtola ed il Marini gelosa gara, minutamente narrata dal Marini stesso in una delle sue lettere; allargato dall’una parte e dall’altra il freno alla maldicenza, il Marini scrisse varii sonetti intitolati la Murtoleide, fischiate; alle quali il Murtola contrappose la Marineide, risate. Ma debole egli era a petto al Marini così nello stil satirico, come nell’eroico. Tutti ridevano, ma non del Marini; del che il Murtola oltre ogni ragione alterato, macchinò più rio disegno: ma udiamo il Marini: «domenica passata che fu il primo di febbraio (1609), vigilia della Purificazione della Santissima Vergine, giorno per me sempre memorabile, sulla strada maestra presso la piazza pubblica poco

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