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seguente iscrizione:


AMBITVM VRBIS
AD ERIDANI RIPAS AMPLIOBEM
CAROLVS EMANVEL II
DVM VITAM ET REGNVM CLAVDERET INCOHAVIT
MARIA IOANNA BAPTISTA
DVM FILIVS BEGNO ADOLESCERET AVXIT
VICTOR AMEDEVS
DVM REGNVM INIRET ABSOLVIT
AETERNO TRIVM PRINCIPVM BENEFICIO
AETERNVM MONVMENTVM GRATA CIVITAS POSVIT
ANNO MDCLXXX.


È questa una delle migliori iscrizioni del Tesauro, perchè meno infetta di seicentismo; sebbene si scosti dalla elegante semplicità dello stile lapidario il principio e il fine. Ma il vero stile delle iscrizioni non si conosceva punto, primachè Morcelli coll’alto giudicio e col profondo studio de’ classici ne apprendesse l’arte e la rivelasse al pubblico; nel qual tempo il nostro Giuseppe Vernazza, uomo di copiosa e scelta dottrina, già ne aveva, per un certo sentimento del vero bello, indovinato il magistero.

La porta Palazzo aperta da Vittorio Amedeo ii, era stata eziandio ornata di marmi. La più meschina di tutte era la porta di Susa.

I Francesi, che occuparono Torino dal 1801 al 1814, smantellarono la città e ne distrusser le porte, lasciando solamente in piedi l’alto bastione

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