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442 libro terzo

In una nota di sua mano conservata nell’archivio di corte si vede donde traesse l’effigie de’ suoi gloriosi predecessori. Avea rinvenuto quella d’Amedeo v (morto nel 1523) in una pittura conservata in una sala del palazzo, o castello di Pinerolo; quelli d’Umberto iii (morto nel 1188) e d’Aimone (morto nel 1343) toglieva dalle statue giacenti sui loro sepolcri nella badia d’Altacomba. Quella d’Edoardo (morto nel 1329) dal libro vecchio, ed era forse un qualche ufficio od altro codice miniato. Amedeo vi, il conte Verde (morto nel 1383), avea tolto da un dipinto che si vedeva a Lanzo. Amedeo viii (morto nel 1451) avea trovato dipinto a Roma e nel castello di Rivoli. Di Ludovico i, serbava l’effigie in un piombo; di Ludovico re di Cipro, in una stampa. Amedeo ix, il Beato, rinveniva nella santa cappella di Ciamberì, a Ivrea, a Rivoli, a Pinerolo, e noi potremmo soggiungere, nella cappella del Forno di Lemie. Carlo i era dipinto a Lemens; di Filiberto i, avea l’effigie stampata; Carlo Giovanni Amedeo trovava ne’ dipinti del castello di Rivoli; Filippo ii, in que’ di Lemens e nelle monete. Nelle monete e medaglie, Filiberto il Bello. Dell’avolo e del padre non mancavan ritratti; per altri più antichi riferivasi a certi disegni che si vedono in un libro del Pingone, i quali sono affatto privi d’autenticità. Non debbo tralasciare di notare l’errore che prese circa a un altro principe de’ più illustri della sua casa,- ed è d’aver tolto il