In una nota di sua mano conservata nell’archivio
di corte si vede donde traesse l’effigie de’ suoi gloriosi
predecessori. Avea rinvenuto quella d’Amedeo v
(morto nel 1523) in una pittura conservata in una
sala del palazzo, o castello di Pinerolo; quelli d’Umberto
iii (morto nel 1188) e d’Aimone (morto nel
1343) toglieva dalle statue giacenti sui loro sepolcri
nella badia d’Altacomba. Quella d’Edoardo (morto
nel 1329) dal libro vecchio, ed era forse un qualche
ufficio od altro codice miniato. Amedeo vi, il conte
Verde (morto nel 1383), avea tolto da un dipinto che
si vedeva a Lanzo. Amedeo viii (morto nel 1451)
avea trovato dipinto a Roma e nel castello di Rivoli.
Di Ludovico i, serbava l’effigie in un piombo; di
Ludovico re di Cipro, in una stampa. Amedeo ix, il
Beato, rinveniva nella santa cappella di Ciamberì,
a Ivrea, a Rivoli, a Pinerolo, e noi potremmo soggiungere,
nella cappella del Forno di Lemie. Carlo i
era dipinto a Lemens; di Filiberto i, avea l’effigie
stampata; Carlo Giovanni Amedeo trovava ne’ dipinti
del castello di Rivoli; Filippo ii, in que’ di Lemens
e nelle monete. Nelle monete e medaglie, Filiberto
il Bello. Dell’avolo e del padre non mancavan ritratti;
per altri più antichi riferivasi a certi disegni
che si vedono in un libro del Pingone, i quali sono
affatto privi d’autenticità. Non debbo tralasciare di
notare l’errore che prese circa a un altro principe
de’ più illustri della sua casa,- ed è d’aver tolto il