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capo sesto | 441 |
a murare un nuovo palazzo allato a San Giovanni nel sito prima occupato dalla canonica. Crebbe a maggior altezza inver l’oriente l’ala chiamata paradiso. Rifece e nobilitò il giardino. Vi fe’ una fontana, un bagno ed una grotta.
Ne meno operosa fu la cura di Carlo Emmanuele i intorno agli edifici Palatini.
Già in una piccola galleria presso al giardino, essendo egli ancora principe di Piemonte, avea fatto conserva di belle e rare armature, di rarissimi quadri, e di curiosità d’arte o di natura. Più lardi fe’ bellamente apparecchiare l’altra galleria che giungeva il castello al palazzo; e vi ripose la sua collezione. Egli non solo propose i soggetti dei dipinti, di cui doveva ornarsi, ma dettò il modo con cui si dovean comporre, e le fantasie, e le allegorie, ed ogni altro accessorio, e fino gli scompartimenti delle vôlte.
La sua famosa galleria conteneva i ritratti de’ principi di Savoia suoi antecessori, de’ quali, pe’non conosciuti, indicò l’abito e le fattezze. Allato a loro effigiavansi i paesi conquistati, i santi protettori d’essi paesi, le grandi fabbriche costrutte, come Altacomba e la chiesa di Brou per Umberto iii e per Filiberto il Bello; e per se medesimo il santuario di Vico. Trovò anche le divise appropriate all’indole di ciascun principe, ed in breve tutto l’onore dell’invenzione di quella galleria tanto lodata fu di Carlo Emmanuele i.
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