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434 libro terzo

vista. Fu deputato a far inquisizione contro di lui il presidente Carl’ Antonio Blancardi, che i fautori del conte diceano, aver con l’inquisito un’antica ruggine. Si procedette lungamente, e con tutto il rigore, e durante l’inquisizione fu provvisoriamente levato al conte Alfieri il piccolo collare dell’ordine. Sentironsi oltre a 200 testimonii. Il fisco formò infine ventitré capi di contestazione, più facili, per quel che pare, a formar che a provare. Ma frattanto il conte Alfieri, che era antico d’anni e pativa da assai tempo una malattia di cuore, aggravato dal dolore e dai patimenti, rendette nel suo carcere l’anima a Dio il 14 di settembre 1674.

Allora cambiossi a suo riguardo la piega degli umani affetti, e l’ira sollevatasi in sulle prime contro di lui, si riversò, forse con uguale ingiustizia, contro al rigoroso giudice procedente.

Blancardi, di natura subita e risentita, era uso ad aggravare colla durezza de’ modi l’esercizio d’un’autorità rigorosa. Nel proprio uffizio ei ravvisava piucchè un augusto ministero da compiere, un amor proprio da soddisfare, e nel trionfo della propria opinione mettea tutto quell’impegno che avrebbe dovuto collocare esclusivamente nella ricerca imparziale del vero. Tenace de’suoi propositi, sprezzator de’ colleghi, rotto alla maldicenza era odiato non meno dagli altri giudici, che dagli infelici che ne sperimentavano la superba fierezza. Non è dunque