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424 | libro terzo |
mitezza fu abbandonata nel secolo xv, secolo s’altri fu mai persecutore ed intollerante, che tornò ad inspirarsi in materia di dritto penale (se dritto si può chiamare) entro alle barbare prescrizioni degli imperatori romani, aggravate dal considerar che si faceva il misfatto di stregoneria unito con quello d’apostasia, di patti col demonio, e colle nefande sozzure dei notturni conciliaboli delle maliarde e de’ loro amanti, e del laido caprone che li presedeva.
Essendo questo error comune, non è a dire che mancassero i colpevoli i quali di buona fede credevano tutte queste cose, di buona fede, anche fuor del tormento, confessavano talvolta d’avervi partecipato; ed era certamente in sogno; colpevoli, dico, almeno d’intenzione. Ma ed allora e più tardi non mancarono gli avveduti che, nulla credendo di queste baie, si tinsero negromanti, o per barare con quest’arte il prossimo, o per far parlare di se, o per altri fini meno onesti. A’ 27 di settembre del 1417, Giovanni Lageret, dottor di leggi, che avea seduto lungo tempo in uffici di magistratura, fu condannato nel capo e nell’avere come colpevole d’aver fatto, o lasciato fare da un tal Michele Decipati un imagine d’un leone sopra un ducato d’oro per guarire il mal di fianco e di reni. La figura d’uno scorpione sopra un altro ducato d’oro atto a procurare che le donne incinte non si sconciassero; una testa d’oro, azzurrata di sopra, a somiglianza d’un giovinetto,