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415 | libro terzo |
del Pasero, di cui già aveva acceso il risentimento l’incarico dato al Cauda di formare certa inquisizione contra gli uomini di Sommariva di Perno, vassalli del Pasero, uccisori del capitano Fauzone di Villanova. Quest’omicidio dicevasi seguito ad istigazione del Pasero; e fosse vero o no, il fatto è che il Pasero interpose la mediazione del celebre nunzio e poi cardinale Mazzarini, affinchè il procedimento venisse sospeso.
Il livore del Pasero cominciò a sfogarsi con libelli pieni d’invettive e di calunnie che poneva sullo scrigno del duca mentre S. A. R. era alla caccia. Ma il prudentissimo principe, mentre si confermò vieppiù nella buona opinione che aveva del presidente Cauda, giudicò di dover dissimulare, e non ricercar gli autori di que’ libelli.
Il Pasero allora die sfogo alla viperina sua lingua, e favellando all’orecchio de’ più influenti, loro persuase che Cauda era la sola cagione per cui non si potea far nulla di bene. L’amara sua facondia fece senso nell’animo di molti gran personaggi. Madama Cristina pigliò il Cauda in tale abborrimento, che più d’una volta, mentre il presidente era a stretti consigli col duca nel gabinetto, essa, come giovinetta bella e gioviale, a cui tutto si concede, con quel tuono che volteggia tra il buffo e il serio, alzando pian piano la portiera gridava: Cauda tu seras pendu; e subilo ridendo si ritirava. Il duca la