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414 libro terzo

il signor di Créquy, general francese genero del maresciallo di Lesdiguière, preso sopra una montagna dove avea passato la notte colla neve a mezza la persona, tentando di salvarsi dopo aver perduto la battaglia d’Epierre (Moriana) nel 1597.

Liberato alla pace del 1598, e chiamato in duello da don Filippino, naturale di Savoia, per alcune parole piene della solita millanteria Francese, pigliarono campo sulle sponde del Rodano presso a Port de Quirieux il 2 giugno 1599. Si batterono disperatamente, e Filippino fu ucciso.

Altre memorie più meste ricordano le torri di questo castello, la cui parte somma servì lungo tempo di carcere. Nel 1587 vi fu sostenuto il capitano Giuseppe Rubatto di Cuneo, accusalo di segreti trattati per dar alla Francia Cuneo, Roccasparviera e Carmagnola. Il Rubatto fu giudicato a morte, trascinalo al patibolo a coda di cavallo, e decapitato.

Nel secolo seguente vi furono rinchiusi il presidente Ruffino, l’abate Valeriano Castiglione il commendatore Pasero, il conte Messerali, Giovanni Antonio Gioia, il senator Sillano, il conte di Magliano, il presidente Blancardi. Sono storie dolorose; storie che mostrano ad evidenza ai nemici del tempo presente che il mondo non peggiora, ma avanza, tentennando sì, errando, inciampando, ma avanza verso un avvenire sempre migliore, come promette la religione cristiana, ed è sorte della stirpe umana.