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400 | libro terzo |
maresciallo Caprara, e dal marchese di Dronero, dei signori del sangue.
Il duomo era pieno di gente, ma non conteneva che persone invitate. I principi di Brandeborgo, che si trovavano allora a Torino, videro la solenne cerimonia da una tribuna e, benchè non cattolici, si segnalarono per compostezza e riverenza.
Due anni prima la sacra Sindone era stata senza i soliti apparati, e senza previo avviso (per causa della guerra che desolava il paese) mostrata al popolo dal terrazzo che è sopra alla galleria ora chiamata di Beaumont.8
Gli altari e l’avello soprastante, in cui è racchiusa la reliquia e la balaustrata che li circonda, furono fatti sui disegni del celebre ingegnere Antonio Bertola.
Nel secolo scorso un pittore di nobile fama, vissuto molto tempo a Roma, e poi nominato primo pittore di Carlo Emmanuele iii, Claudio Beaumont, visitò attentamente, e con queste parole descrisse la Santa Sindone: « Primieramente il sagro lenzuolo non si può definire sicuramente di qual materia sia intessuto; ma comunemente si giudica bombace. Il contorno tanto della parte posteriore come di quella d’avanti di tutto il corpo si distingue benissimo, ma soprattutto le gambe e la pianta de’ piedi è a meraviglia disegnata. Si osserva nella parte posteriore vicino all’osso sacro la forma di