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398 libro terzo

divozione del Santo Sudario, e fra gli altri il padre Agostino Pepe, napolitano, che predicò in San Giovanni nel 1650. Sono frutto delle sue predicazioni le tante imagini del Sudario dipinte in varie strade della città. Più tardi molto si segnalò nell’infervorare i popoli in questa divozione anche il beato Sebastiano Valfrè dell’Oratorio.6

Era riservata a Carlo Emmanuele ii la gloria d’alzare al Sudario torinese un tempio degno del gran mistero redentor che rammenta. E la bizzarra e fantastica, ma grande ad un tempo e sorprendente architettura del padre Guarino Guarini, servì molto bene al concetto del principe. Tra il palazzo ed il coro della cattedrale sorse il sagro edilizio coll’ardita sua cupola disposta a zone esagone, in modo che l’angolo d’una zona risponde al mezzo del lato delle sotto e soprastanti; pervenuta a certa altezza, la parte interna converge rapidamente, ed è tutta traforata da luci triangolari, finche lo spazio reso angusto è chiuso da una stella intagliata che lascia vedere a traverso i suoi vani un’altra vôlta in cui è dipinto il Santo Spirito in gloria.

Questa cupola così leggiera e fantastica che s’alza sopra una rotonda di marmo nero, con archi e pilastri di belle e grandi proporzioni, è, a parer mio, un monumento degnissimo di considerazione. La cupola produce un effetto analogo a quei padiglioni, a quei campanili traforali dell’architettura gotica.