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396 | libro terzo |
presso di se una reliquia di tanto prezzo, die commissione al canonico Neyton di trasferire la SS. Sindone a Torino, dove il Santo la venerò. Il bordone a cui s’appoggiava San Carlo nei suo pellegrinaggio si conserva nel castello di Castellinaldo, già proprio de’ conti Priocca, ed ora de’ marchesi Faussone di Clavesana.2
Il Santo Sudario quando fu recato da Ciamberì venne con solenne processione dal duca, dai principi, dall’arcivescovo e dal clero incontrato e portato alla cappella ducale in castello, donde fu trasferito nella cattedrale.
Emmanuele Filiberto, devoto a questa memoria della passione di Cristo, avea ordinato nel suo testamento la costruzione d’una chiesa, ove potesse con degna pompa venerarsi, ed in cui voleva egli medesimo essere seppellito. Morto questo gran principe nel 1580, il suo corpo fu provvisoriamente deposto nello scurolo de’ padri di San Domenico sotto l’altar maggiore.3
Carlo Emmanuele i, bersagliato da continue guerre, si contentò di fabbricare fin dal 15874 entro al suo palazzo medesimo (il palazzo vecchio) un oratorio rotondo ornato di bei marmi, in cui allogò il Sudario. Alcuni anni dopo fu portato a San Giovanni e custodito, come abbiam già detto, nella cappella de’ Ss. Stefano e Catterina, in capo alla nave che apresi dal lato dell’evangelio.