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libro terzo, capo quinto 395

illustre per natali e per valentia, la portò dall’Oriente e la depose nella chiesa di Lirey in Sciampagna, ove fondò un collegio di canonici; che dopo aver patito per cagion della guerra varie vicende, ed essere stala trasferita in varii luoghi, Margarita di Charny, della stirpe dei Villar Sexel, la donò verso il 1464 a Ludovico di Savoia, il quale con sue lettere del 6 di febbraio di quell’anno, assegnò come testimonianza di gratitudine al capitolo di Lirey, già custode della santa reliquia, cinquanta franchi d’oro all’anno; che in Savoia il Sudario fu prima per alcun tempo riposto in San Francesco di Gamberi, poi nella cappella di quel castello, chiamala Santa Cappella; e che nel 1554, arsa la cappella, fuso il metallo della cassa in cui era riposta, quasi intatto, e appena con un picciol segno di fuoco rimase quel sagro pegno, in riguardo al quale Giulio ii e Leone x aprirono ai devoti che visitano questa reliquia il tesoro delle indulgenze. Clemente vii ne autorizzò l’ufficiatura speciale.

Ma nell’anno 1578 addì 8 d’ottobre il santo cardinale Carlo Borromeo partivasi con un bordone in mano, accompagnato da poco seguilo, a piedi pellegrinando per venir ad onorare questa insigne memoria della passione di Cristo, e il duca Emmanuele Filiberto di ciò consapevole, desiderando di risparmiargli la parte più disastrosa del viaggio, e lieto ancora di trovar una giusta cagione per tenere