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384 | libro terzo |
napolitano (1667); questo predicatore fu da Carlo Emmanuele ii invitalo al ballo di corte il martedì grasso di quell’anno nel teatro del palazzo vecchio, ed egli v’andò con altri cinque padri, per godere la vista di quel giocondo spettacolo, non ripugnando siffatto intervento alle usanze assai più libere di quella età mollo gaia.
Seguitano i predicatori Teatini con Francesco Caracciolo napolitano (1668), Filippo Seltaioli palermitano (1669), Giuseppe Arrigoni veneziano (1670), Francesco Belgioioso milanese (1672), Francesco Moles napolitano (1673), Carlo Danese napolitano (1676), Giuseppe Sfondrati cremonese (1677), Bernardino Nani veneziano (1678). Seguitano altri 24 fino al 1760.28
Ho voluto inserire questa notizia, affinchè si veda, come fra i celebri predicatori di quest’ordine, v’erano uomini appartenenti alle famiglie più illustri d’Italia; e s’attinga una delle cause per cui in tanto credilo erano vernili i regolari nel secolo xvii, e perchè tale opinione nel secolo seguente sia venuta a poco a poco sviandosi e mancando.
La ragione per cui i Teatini erano così frequentemente privilegiati del pulpito di San Giovanni, si può desumere dal Biglietto che indirizzava il 6 di settembre 1675 ai religiosi del convento di San Lorenzo la duchessa reggente Maria Giovanna Battista: «Reverendi nostri carissimi. Col presente viglietto