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374 libro terzo

1713; Francesco Arborio di Gattinara, morto nel 1743; Colombano Chiaveroti, morto nel 1851.

D’un segretario degli arcivescovi, Jacopo Maurizio Passeroni, morto nel 1650, è detto con opportuna locuzione, che insegnò col suo esempio non meno a parlare che a tacere.

Degni di memoria sono ancora i sepolcri d’un illustre fiorentino, Antonio degli Adimari, morto nel 1528; di Cristoforo, marchese di Ceva, morto nel 1516, di Claudio Guichard, istoriografo e consiglier ducale, autore di varie opere, morto nel 1607: questi ha sul suo sepolcro quel distico famoso ripetuto su varii altri, e pieno d’inestimabil sapienza.


Soli fide Deo, vitae quod sufficit opta;
Sit Ubi cara salus, caetera crede nihil.


I due pilastroni laterali all’altar maggiore serbano memoria dell’arciprete Guglielmo Bardino, stato assai tempo vicario generale di monsignor Gianfrancesco Della Rovere, morto nel 1518, e dell’arcidiacono Andrea Provana, morto nel 1515. Nel pilastro che sta di fronte a quest’ultimo, un marmo ricorda la ricostruzione, e la consecrazione del duomo,19 e l’erezione della cattedra torinese a dignità arcivescovile nel 1515.

Due canonici del duomo, zio e nipote, chiamati