bello e più antico tempio, non appare finora per
prova diretta, e dissentono in questo punto fra loro
due illustri archeologi ed architetti, della cui amicizia
singolarmente mi onoro. Chiaro parve al professore
Carlo Promis che sia opera del celebre Baccio
Pontelli, fiorentino, architetto di Sisto iv, traendone
indizio dall’essersi adottata nel contratto con
Meo del Caprino la misura della canna romana,
dalla probabilità che il cardinale di San Clemente, il
quale slava a Roma ed era in gran favore di Sisto iv
suo omonimo, si sia servito dell’architetto del papa,
e dal vedersi la facciata, la cupola, i fianchi, le sagome,
le proporzioni affatto somiglianti a quelle usate
da Baccio Pontelli nelle chiese da lui condotte in
Roma, e nelle provincie contermine, le quali hanno
tutte quei pregi di timida purezza e di grazia schiva e dilicata, che s’ammirano nella nostra cattedrale,
e che vi ammiravano gli scrittori del cinquecento,
i quali aveano più di noi il sentimento del vero
bello, dicendo fra gli altri il Merula con lode certamente
esagerata, ma che pur raffrenata entro
giusti termini prova ancor molto: tempio ornatur Sancti Joannis Baptistae adeo ex simetria (sic) christiana deducto ut unum vix et alterum simile in tota Italia reperies6
Il cav. Luigi Canina in una opera, come tutte le altre sue, dotta ed elegante, sull’architettura de’ templi cristiani, combatte questa opinione, a me per