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capo quarto 361

bello e più antico tempio, non appare finora per prova diretta, e dissentono in questo punto fra loro due illustri archeologi ed architetti, della cui amicizia singolarmente mi onoro. Chiaro parve al professore Carlo Promis che sia opera del celebre Baccio Pontelli, fiorentino, architetto di Sisto iv, traendone indizio dall’essersi adottata nel contratto con Meo del Caprino la misura della canna romana, dalla probabilità che il cardinale di San Clemente, il quale slava a Roma ed era in gran favore di Sisto iv suo omonimo, si sia servito dell’architetto del papa, e dal vedersi la facciata, la cupola, i fianchi, le sagome, le proporzioni affatto somiglianti a quelle usate da Baccio Pontelli nelle chiese da lui condotte in Roma, e nelle provincie contermine, le quali hanno tutte quei pregi di timida purezza e di grazia schiva e dilicata, che s’ammirano nella nostra cattedrale, e che vi ammiravano gli scrittori del cinquecento, i quali aveano più di noi il sentimento del vero bello, dicendo fra gli altri il Merula con lode certamente esagerata, ma che pur raffrenata entro giusti termini prova ancor molto: tempio ornatur Sancti Joannis Baptistae adeo ex simetria (sic) christiana deducto ut unum vix et alterum simile in tota Italia reperies6

Il cav. Luigi Canina in una opera, come tutte le altre sue, dotta ed elegante, sull’architettura de’ templi cristiani, combatte questa opinione, a me per

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